Il Caffè Pedrocchi: che storia!

Da Stendhal al Risorgimento, fino ai giorni nostri

Se vi trovate a Padova, visitare il Caffè Pedrocchi è d’obbligo. Perché il Caffè Pedrocchi di Padova non è solo un caffè, e non è neppure solo uno dei caffè storici d’Italia: è una parte della storia e dell’identità della città, come Prato della Valle e la Basilica di Sant’Antonio, che appartiene al vissuto di ogni persona che qui abbia passato parte della sua vita.

Nel cuore di Padova, il “caffè senza porte”

La storia del Caffè Pedrocchi ha inizio con il bergamasco Francesco Pedrocchi che nel 1772 apre una “bottega del caffè” in un punto a dir poco strategico della città: a poca distanza dall’Università, dal Municipio, dai mercati delle piazze principali, dal teatro, dall’Ufficio delle Poste e da piazza dei Noli (oggi Piazza Garibaldi) da cui al tempo partivano le diligenze. 

Il figlio Antonio, ereditata la fiorente attività paterna nel 1800, dimostra subito capacità imprenditoriali decidendo di investire i guadagni nell’acquisto dei locali contigui al suo.

Così, nel giro di circa 20 anni, si ritrova proprietario dell’intero isolato: un’area pressappoco triangolare delimitata a est dalla via della Garzeria (oggi via VIII Febbraio), a ovest da via della Pescheria Vecchia (oggi vicolo Pedrocchi) e a nord dall’Oratorio di San Giobbe (oggi piazzetta Pedrocchi).

Per realizzare il nuovo locale affida l’incarico all’ingegnere e architetto Giuseppe Jappelli che progetta un edificio eclettico mescolando lo stile neoclassico a quello gotico veneziano, con richiami esotici egizi e cineserie, all’epoca molto in voga.

Il Caffè di Padova aperto giorno e notte

Antonio Pedrocchi scelse di dividere il locale in due zone: il Ridotto, destinato ad accogliere l’alta società, i balli, gli incontri mondani e culturali; il Caffè, che ospitava chiunque, aperto giorno e notte. L’orario 24/24 è stato adottato fino al 1916. Ecco perché ancora oggi il Pedrocchi è noto come il “caffè senza porte”.

Pedrocchi jr. aveva un modo davvero unico di trattare la clientela. Secondo le sue stesse disposizioni, infatti, a nessuno doveva essere negato “un bicchier d’acqua, una presa di tabacco, l’ago e filo per rattoppare un vestito e un ombrello”

Non solo chiunque poteva sedere ai tavoli anche senza ordinare e trattenersi a leggere libri e giornali messi a disposizione dal locale. Alle donne erano offerti in dono fiori e, in caso di pioggia improvvisa, ai clienti veniva prestato un ombrello. Più ospitale di così…

Una clientela colta e raffinata

Nell’800 il Caffè Pedrocchi è stato il luogo prediletto d’incontro per intellettuali, letterati, artisti, direttori e redattori di giornali, studenti, accademici dell’ateneo padovano, uomini politici.

Oltre a loro c’erano imprenditori, commercianti e personalità del bel mondo. Arrivavano da Parigi o da Berlino per parlare di letteratura, politica o filosofia, ma anche per combinare matrimoni d’affari, per accontentare un gusto che diventava sempre più raffinato, per mostrare al bel mondo i vestiti all’ultima moda, per inebriarsi con la visione di cento bellezze sedute sui divani delle tre sale al piano terra.

La storia del Caffè Pedrocchi, dunque, è quella di Gran Caffè internazionale, che non aveva nulla da invidiare ai tanto rinomati caffè mondani della vicina Venezia. Lo testimonia la presenza di tantissimi ospiti illustri: Stendhal, Alfred De Musset, George Sand, Gabriele d’Annunzio, Eleonora Duse, Filippo Tommaso Marinetti e molti altri.

Le tre sale del Pedrocchi: bianca, rossa e verde

Le tre sale principali del piano terra sono la Sala Bianca, la Sala Rossa e la Sala Verde, chiamate così dal colore delle tappezzerie realizzate dopo l’Unità d’Italia nel 1861. Ognuna ha una propria caratteristica.

  • Sala Verde: aperta a tutti, anche agli studenti squattrinati che qui potevano fermarsi senza consumare, per bere un bicchiere d’acqua e leggere il giornale. Proprio qui ha origine il detto “restare al verde”. Ancora oggi è aperta a chiunque voglia fermarsi e sedersi per conversare e leggere il giornale senza obbligo di consumazione. 
  • Sala Rossa: è il nucleo centrale del Caffè Pedrocchi, con il bancone originale del Caffè, marmoreo a forma ellittica terminante con sei zampe leonine, costruito su disegno dello Jappelli, bancone. L’orologio ancora funzionante sopra il bancone, nell’800 aveva una funzione simbolica: ricordava ai padovani e ai visitatori che questo era un Caffè che non chiudeva mai.
  • Sala Bianca: qui è visibile la targa con la citazione di Stendhal, un habitué del Caffè Pedrocchi, nella prefazione del suo romanzo “La certosa di Parma”: È a Padova che ho cominciato a vedere la vita alla maniera veneziana, con le donne sedute nei caffè. L’eccellente ristoratore Pedrocchi, il migliore d’Italia. Ma questa non è l’unica traccia della storia che è passata di qui…

Il Caffè Pedrocchi e i moti risorgimentali

Nella Sala Bianca del Caffè Pedrocchi c’è il foro di un proiettile conficcato in una parete. 

La storia narra che una mattina due ufficiali austriaci passano davanti al Caffè Pedrocchi, agitando vistosamente il sigaro acceso. Gli studenti, risentiti da quell’evidente gesto di provocazione, strappano il sigaro di bocca agli ufficiali, gridando: “Abbasso i sigari!”. I militari rispondono con le armi, accorrono gendarmi da ogni parte e il Caffè diventa il campo di una rissa sanguinosa, combattuta a colpi di daghe, pugnali, pistole e persino di mobili.

Di questi scontri, che costarono sette morti tra giovani padovani e soldati austriaci, nonché l’espulsione dall’Università di 73 studenti e quattro professori, resta traccia tangibile proprio nella sala Bianca, con il foro nel muro di una pallottola austriaca.

Ancora oggi l’avvenimento dei moti organizzati dagli studenti padovani l’8 febbraio 1848viene ricordato ogni anno dalla fervida goliardia padovana, con la festa del cambio del tribuno.

Una location da 30 e lode

E per finire, una curiosità. Secondo una tradizione padovana, chi entra al Pedrocchi prima di laurearsi non riuscirà a completare gli studi. Quindi, se avete intenzione di non diventare dei fuori corso a vita, entrateci dopo aver raggiunto la fatidica coroncina d’alloro ed essere stati proclamati “dottore”…

Questa leggenda pare essere legata all’episodio storico dei moti del 1848, in cui persero la vita due studenti. Ma ormai da tempo i gestori del locale, probabilmente anche con l’intento di sfatarla, hanno predisposto delle agevolazioni proprio per i giovani universitari. C’è perfino l’aperitivo gratis per due persone: il p31, il tipico aperitivo del Pedrocchi, rigorosamente verde, offerto nella giornata dell’esame in cui si è preso 30 e lode!

Informazioni utili sul Caffè Pedrocchi

Dove si trova
Via VIII Febbraio 15
Distanza da ApartmentsPadova: 1,6 km (guarda la mappa)

Contatti
Sito web: caffepedrocchi.it
Telefono: 049.8781231

Photos via:
caffepedrocchi.it
Shutterstock.com

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